Il disturbo da attacchi di panico

Ma è vero che quando ci prende un attacco di panico vuol dire che soffriamo di disturbo di panico? Non è detto che avere un attacco ogni tanto siginfichi che soffriamo del disturbo associato. In parte questo dipende dalla risposta alla domanda se abbiamo o no la preoccupazione più o meno costante che si possa verificare il prossimo attacco.

La paura dell’attacco o, come è stata definita, la paura della paura, è una costante quasi indiscindibile dal disturbo di panico. Ma il manuale diagnostico delle cosiddette malattie psichiatriche avverte che, per convenzione, diciamo che una persona soffre di disturbo di panico anche se ha avuto quattro o più attacchi in un anno.

Insomma se una persona ha meno di quattro attacchi in un anno e non ha paura che possano tornare, perché dovrebbe farsi curare? Secondo le convenzioni diagnostiche non soffre di disturbo di panico.

Un attacco può anche essere considerato un momento di riflessione nella vita. Se ci pensate un attimo e chi lo ha avuto sa che è così, il fatto di avere avuto un attacco che mima perfettamente i segnali di un infarto, per esempio, la paura di morire, eccetera, e poi lo scoprire, dopo gli accertamenti del caso, che si tratta solo di un attacco di panico, induce ad alcune riflessioni profonde della vita, del significato delle cose quotidiane, degli affetti, della direzione in cui stiamo andando e così via.

Certamente possiamo dire che si tratta “solo” di un attacco di panico se abbiamo la fortuna che questo non si ripeta troppe volte e conseguentemente non degeneri in un disturbo di panico. Nel caso in cui questo non fosse che il primo di una serie di attacchi, allora gli episodi non devono essere presi alla leggera, ed è molto meglio farsi curare da subito che aspettare che il disturbo cronicizzi e diventi parte (malata) della vita di una persona.

Ma se capita come prima volta allora prenderlo alla leggera può essere la strategia migliore.

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